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Il numero della carta prepagata serve a identificare la carta e va digitato ogni volta che si fa un acquisto online. A seconda dei casi, questo numero può essere composto da 13 o da 16 cifre e non va confuso né con l’IBAN né con il codice di sicurezza CVV. Vediamo insieme dove si trova il numero della carta prepagata e come distinguerlo dagli altri codici.
Cos’è e dove si trova il numero della carta prepagata
Il numero della carta prepagata è un codice univoco che serve per identificare la carta e distinguerla da tutte le altre. Il codice si trova nella parte frontale della carta e può essere stampato o impresso in rilievo.
Il numero identificativo della carta contiene 13 o 16 cifre e va riportato nei moduli di pagamento quando si fanno acquisti online o quando si collega la carta di pagamento al conto PayPal o ad altri conti virtuali. Bisogna conoscere il numero della carta anche per poter fare delle ricariche.
Il numero è composto da diversi gruppi di cifre:
- le prime cifre identificano il circuito di pagamento, nella maggior parte dei casi Visa o Mastercard;
- le successive indicano la banca emittente;
- le altre cifre servono a identificare la singola carta di pagamento.
Le differenze tra numero di carta, IBAN e CVV
Il numero della carta prepagata è diverso dal codice IBAN e dal codice CVV (Card Validation Value).
Mentre il codice IBAN identifica il conto associato alla carta di pagamento (se si tratta di una delle carte prepagate con IBAN) e va usato per ricevere o emettere bonifici, il codice CVV è un codice di sicurezza a 3 cifre che è stampato sul retro della carta. Digitare il codice CVV è un sistema che aumenta la sicurezza degli acquisti online, dal momento che le cifre sono stampate sulla carta e solo il possessore della stessa può conoscerle.
Una carta prepagata con funzioni di conto corrente può quindi avere tutti e tre questi codici: il numero della carta riportato sul fronte, il codice CVV stampato sul retro e il codice IBAN contenuto nei documenti rilasciati dalla banca e che va usato per i bonifici o per autorizzare addebiti diretti in conto corrente, come ad esempio la domiciliazione delle utenze o il pagamento di spese ricorrenti.